venerdì 21 settembre 2007

...pensiero del giorno...




Non è mai troppo tardi per essere ciò che avresti voluto essere.


(George Eliot)

sabato 15 settembre 2007

…e al sabato si dorme un po’ di più…

Salve, come ho già avuto modo di dire, io adoro il sabato perché essendo vigilia di un giorno di festa, da sempre, potevo star alzata fino a più tardi (già da piccola avevo problemi a dormire) ma soprattuto perché si poteva alzarsi più tardi, almeno un pochino…anche se alla fine ci si svegliava sempre alla solita ora…ma si poteva stare a letto un po’ a poltrire… Ma oggi, questo mio amico, fanatico salutista, è dalle 6 e mezza che continua a dirmi di stare sveglia e che devo avere gli occhi vispi come i suoi … ma perché? è così bello quel sguardo addormentato un tantino da pesce lesso…non trovate che fa molto romantico?


venerdì 14 settembre 2007

...spuntino?

Ultimamente ho così poco tempo che se mai arrivo, arrivo sempre in ritardo, volevo offrirvi il dessert, ma data l'ora quasi quasi posso offrirvi merenda, almeno qua a nord, per cui....se vi va...

giovedì 13 settembre 2007

lunedì 10 settembre 2007

...i fuochi artificiali...

Non sono stati sul mare ovvio, da noi non c'è, ma sono stati dei bellissimi fuochi artificiali quelli di questa sera... splendidi veramente ed è una delle, non tante, cose bellissime che capitano nella mia città...una solo volta all'anno, ma sono veramente belli...

Quest'anno hanno perso prima d'iniziare ogni poesia...Eravamo nel parcheggio di un supermercato e molti, stanchi di aspettare fermi in piedi alla buona ora lunga di ritardo che avevano, hanno presso mano al portafoglio e liberato delle loro sedi i carrelli, e c'era chi si sedeva dentro come i bambini, e chi lo metteva di fianco e ci si sedeva sopra... Noi, siamo stati prima seduti in un dehors di un bar, e poi stoicamente in piedi, assalita io dalle formiche che trovavano che le mie gambe così bianche erano la pista ideale per le loro scorribande...ma le formiche non dormono di notte?... forse le abbiamo disturbate il sonno e hanno trovato il modo di vendicarsi su di me...

Ma poi sono iniziati, ed erano belli, si, ma normali diciamo, come gli altri anni...Ma il pezzo finale, gli ultimi 5 minuti sono stati una esplosione di gioia e di luce continua e sempre in crescendo... un'autentica meraviglia al punto che tutti, ma proprio tutti, senza nemmeno aspettare i 3 botti finali che tutti gli anni segnano la fine dei fuochi, ci siamo messi ad applaudire all'unisono... anche se questo applauso era soltanto per dirci fra di noi quanto ci aveva coinvolto e piaciuto, era un nostro sfogo, un'esplosione anche questa di gioia ed ammirazione dato che loro, ben lontani da noi mai lo avvrebbero potuto sentire....

domenica 9 settembre 2007

buonanotte...

E che il profondo sonno di questa famigliola ci ispiri...


sabato 8 settembre 2007

...pensiero della sera...




«Quando l'aquila che si credeva un pollo vide volteggiare nel cielo un'altra aquila, dapprima abbassò la testa sconsolata e si disse: "Io non sono che un pollo". Poi rialzò gli occhi e, a poco a poco, dispiegò le sue magnifiche ali. Non ebbe più paura e il cielo l'accolse...»


C'è un modo per vivere ed essere liberi: credere nelle cose impossibili e nei miracoli...

(Anthony de Mello)

...sabato, mi succede ogni sabato...

Finalmente sabato!! Devo dire che ho sempre adorato il sabato, forse è rimasto dai tempi della scuola perché al sabato appunto pensavo che l'indomani si poteva dormire quanto si voleva, ed allora che dormivo poco ma di sonno ne avevo una valanga, mi sembrava il massimo poter alzarmi un giorno quando ne avevo voglia e senza l'assillo di una voce che continuava a dire..."si fa tardi, alzati...ma non mi senti?"...e poter rimanere la sera prima fino a più tardi, tanto..."domani è domenica"... Ora le cose sono cambiate ma io continuo ad adorare il sabato, è il mio giorno preferito della settimana perché sempre è pieno di speranze... forse in una domenica di relax, di divertimento, di chissà cosa... Poi la domenica sarà una delle solite domeniche ma almeno il sabato era pieno di attese e speranze...

venerdì 7 settembre 2007

e finalmente è finita la giornata...

Incomincia a farsi sentire forte il sonno e nonostante tante cose che vorrei fare non mi rimane che scappare a dormire.... Dopo una giornata come quella d'oggi, piena d'imprevvisti non proprio gradevoli nella maggior parte, non mi rimane che sperare che domani sia una giornata diversa un tantino più tranquilla e noiosa forse, ma meno difficilina, perché uno cerca di non prendersela, di vedere le cose positive....ma per molto che ci giri attorno a volte di positivo non c'è proprio nulla...o così poco....


giovedì 6 settembre 2007

...pensiero della sera...



La fantasia è più importante della conoscenza

(Albert Einstein)

...pensiero della notte



Se andrai a caccia di stelle, potrai non prenderne nessuna, ma non tornerai indietro con un pugno di fango.

(Anonimo)

mercoledì 5 settembre 2007

buongiorno!







Sì, lo so non è molto presto ma non sono potuta venire prima, qua c'è il sole e fa fresco, ma ha l'aria d'essere una splendida giornata... perciò, crediamoci....

leggenda della notte... la mimosa, fragile e gentile...

In un paese lontano, all'altro capo del mondo, nell'isola di Tasmania, ed in un tempo altrettanto lontano, nacque il fiore della mimosa. Gli abitanti dell'isola ne raccontano la leggenda.

In quel tempo, l'isola era dominata da un re guerriero, molto coraggioso e bello, alto ed agile, di pelle scura e coi capelli neri e lucenti come l'ala dei corvi, ma col cuore indurito dalle numerose battaglie. Così era tutta la sua gente: alta, scura di pelle e brusca di modi, con lunghi, lisci capelli a incorniciare il viso severo. Essi amavano i combattimenti contro le numerose tribù nemiche, e le cacce pericolose alle belve che infestavano l'isola. Combattimenti e cacce che affrontavano con altre grida crudeli, per spaventare il nemico. Un giorno, durante l'ennesimo combattimento, il re venne gravemente ferito.

La madre e la sorella del re amavamo molto il loro caro, ma non amavano affatto la sua bella e giovane moglie, che non giungeva gradita al loro cuore, duro quanto quello di lui.



La giovane regina era una creatura del tutto diversa, piccola di statura, timida e gentile, con i capelli arruffati in corti riccioli, biondi come batuffoli d'oro, la pelle dorata come miele puro e una bassa voce soave che sembrava una musica. Pareva giunta lì da un altro mondo, la piccola regina, da un mondo di fiori, di sorrisi e di pace. Le due donne, scarne, scure e crudeli come il loro congiunto regale, erano inevitabilmente gelose della dolce, tenera bellezza di lei.

Approfittando della timidezza della piccola sposa, le due donne si precipitarono a curare il loro congiunto, trattenendo con vari pretesti la moglie lontana dalla tenda dove giaceva il ferito. Lei si disperava, perché era molto innamorata di quel suo marito rude e forte, ma non osava far valere i propri diritti di moglie, dimentica, nel suo sgomento, che erano anche doveri, temendo di far cosa sgradita alla suocera ed alla cognata, e quindi di turbare la convalescenza dell'uomo che amava.

La piccola regina era sola, nessuno la consigliava, perché i cortigiani, con la viltà dei deboli, si erano schierati dalla parte che intuivano più forte, e crudele, in quella lotta silenziosa per impadronirsi del cuore del Re.

Passarono i giorni, che divennero settimane, e poi mesi. Quando infine il Re fu guarito era ormai solo desideroso di punire la piccola regina le cui visite aveva tanto aspettato, senza che il suo orgoglio di re gli avesse permesso di ordinare la presenza della donna che nel suo cuore invocava. E dunque il Re bandì dal suo cospetto, senza esitazione, la giovane moglie innocente, senza nemmeno volerne ascoltare le ragioni, tanto il solo vederla, ormai, gli riusciva sgradito.

Giunse infine il fratello a riprendersela, il fratello, della stessa impietosa razza del Re. Venne per riportarla a casa, ripudiata, libera, lei che era cinque volte madre, di darsi ad un altro uomo. Ed in soli sette giorni il fratello la rimaritò ad un Principe di luoghi lontani, distanti dal regno dal quale la piccola regina era stata senza colpa bandita.

Pure, timida e dolce com'era, la piccola, infelice Azar, ormai senza più lacrime né desideri, non si ribellò al suo destino. Chiese soltanto, come dono di nozze, un velo che le consentisse, nel lungo viaggio per raggiungere la sua nuova dimora, di coprirsi il volto ed il corpo, per non essere riconosciuta quando fosse passata dalle terre di Asan, padre dei suoi figli e crudele signore, poiché l'incontro coi suoi piccoli le avrebbe senza alcun dubbio spezzato il cuore.

Il Principe suo nuovo sposo era meno duro di cuore di Asan, e in qualche modo la disarmata dolcezza della piccola regina scacciata dal suo regno ebbe a parlare al suo cuore. La giovane ebbe dunque il suo velo, col quale si ricoprì interamente. Ma quando passò davanti alla reggia che era stata sua, i figli di lei, che ogni giorno spiavano dall'alto delle torri il ritorno della madre, la riconobbero nonostante il lungo velo ed accorsero piangendo e invocando a gran voce il suo ritorno.

Ancora una volta, Azar fece appello alla pietà del suo nuovo Signore, chiedendo che le fosse consentito fermarsi un momento, e lasciare un dono a ciascuno dei figli. Ed il Principe ebbe ancora una volta pietà della piccola sposa disperata, e acconsentì alla richiesta. Così, Azar poté regalare ai suoi bambini stivali trapunti d'oro, e lunghe, ricche vesti alle fanciulle, e lascio un abitino per il più piccolo, che dormiva ignaro nella culla. Il padre però, da lontano, vide tutto questo, e richiamò a sé i figlioli, che dimenticassero in fretta la madre indegna di loro.

Azar sentì quella voce dura dettare ancora una volta il suo destino, e ancora non seppe trovare parole a difesa della sua inutile innocenza. Si accasciò allora, ormai sfinita dall'ingiustizia e dal dolore, e sopra di lei il lungo velo di nuova sposa si posò pietoso a coprirla da tutti gli sguardi.

Andò più tardi il suo nuovo Signore a riprendersi l'infelice creatura, deciso a regalarle una vita intera di felicità. Ma ormai il destino di Azar era giunto a compimento. E fu così che il Principe pietoso, sotto il lungo velo che era stato il suo dono di nozze, non trovò che un fragile arbusto fiorito di mimosa, ben abbarbicato con le sue radici alla terra, deciso a non lasciarsi strappare dal luogo dove era tutto il suo cuore, i piccoli fiori odorosi a ricordare ai figli di Azar i batuffoli biondi che ricoprivano il capo della loro madre, al tempo in cui era stata felice.

Ad Azar, così dolce, remissiva, obbediente e infelice, il tempo renderà poi giustizia alla sua bizzarra maniera: perché il fiore nato da lei verrà riconosciuto da tutte le donne come il simbolo della propria presa di coscienza, e della capacità di decidere esse stesse il proprio destino. Apparentemente delicato, in realtà forte e resistente, impossibile da sradicare, contro il suo volere.

martedì 4 settembre 2007

...una buonanotte...



Oggi sono stanchissima ed ho un gran sonno...corro subito a letto ma prima volevo augurare a tutti una buonanotte dolce e serena come quella di queste due nostre amiche...


...pensiero della notte...




Ho disegnato un cuore sulla sabbia per farvene dono...

domenica 2 settembre 2007

...la rosa...




Una rosa bramava giorno e notte la compagnia delle api, ma nessuna andava a posarsi sui suoi petali.

Nonostante ciò, il fiore continuò a sognare: nelle lunghe notti, immaginava un cielo dove volteggiavano miriadi di api, che si posavano a baciarlo teneramente. Grazie a questo sogno, riusciva a resistere fino all’indomani, allorché tornava a schiudersi con la luce del sole.

Una notte, conoscendo la solitudine che la attanagliava, la luna domandò alla rosa:

“Non sei stanca di aspettare?”
“Forse sì. Ma devo continuare a lottare.”
“Perché?”
“Perché se non mi schiudo, appassisco.”


Nei momenti in cui la solitudine sembra annientare ogni bellezza, l’unica maniera di resistere è quella di mantenersi aperti.


(da Sono come il fiume che scorre di Paulo Coelho)

...una domenica di relax...

Finalmente!!... Intendiamoci, teoricamente non sarebbe così ma praticamente oggi è una bella domenica di relax ed era ora! Domani si riparte ma oggi posso dedicarmi, almeno per un po', a fare ciò che desidero senza dover correre dietro a qualcuno o qualcosa... L'imbianchino finalmente ha finito il suo lavoro ed anche se ho ancora un garage impraticabile con tutto l'immaginabile e non in mezzo può aspettare a domani... la macchina è dentro, e per ora è l'unica cosa importante, il resto verrà poi... Che lungo periodaccio, fra operai, lavori, riparazioni... e fosse solo quello... anche l'umore, l'entusiasmo e la voglia di fare ne hanno subito un brutto colpo fra stanchezza e problemi vari... Ma oggi finalmente c'è il sole e l'entusiasmo si è "riscaldato"... sperando sia l'inizio della risalita e non ci siano docce fredde... ma oggi, finalmente è domenica!!